L’esportazione della democrazia non si è mai fermata; se da una parte assistiamo alla continua guerra mediatica contro l’Iran (1) e alla crociata contro il legittimo governo di Bashar al-Assad in Siria (2), dall’altra constatiamo l’apertura di un nuovo fronte della “guerra al terrore” ovvero l’Opération Serval in Mali. Come si può ben comprendere dal nome dell’operazione militare, l’azione è di matrice francese. Non è la prima volta che la storia del Mali e della Francia si incrociano, guardando indietro nel tempo all’epoca dell’Europa imperialista, il Mali era divenuto ufficialmente colonia francese nell’anno 1895 e lo era rimasto fino al 1960, negli anni che segnano la “conclusione ufficiale” del colonialismo europeo (3). La motivazione ufficiale dell’attuale intervento militare è stata la richiesta dell’attuale presidente Dioncounda Traoré di un intervento armato occidentale in seguito alla guerra civile portata avanti contro lo stato del Mali dal gruppo sovversivo per l’indipendenza del Azawad denominato “Movimento Nazionale per la liberazione del Azawad” che alleatosi con i miliziani di Al Qaeda ha portato il caos nel paese (4).
La domanda centrale è: in un continente da sempre caratterizzato da conflitti che tuttora sconvolgono i suoi stati, perché era necessario un intervento in Mali? Esso non è un area di grande interesse a livello geopolitico, dal momento che è “chiuso” tra Algeria, Niger, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Senegal e Mauritania, senza alcuno sbocco sul mare; il suo territorio e perlopiù composto da deserto, nel nord del paese, e dalla savana nel sud. Il paese è poi molto lontano a livello geografico dalle “aree calde” del medio oriente, e dunque ipotizzare un intervento finalizzato a strappare territori agli “stati canaglia” (ovvero quelli ostili al neo-imperialismo occidentale) è altresì da escludere. Quali sono, quindi, le motivazioni reali dell’intervento francese nella regione, avallato dall’ONU e sostenuto dagli USA? La risposta risulta ovvia guardando alla ricchezza del sottosuolo; il Mali è il terzo paese al mondo per i giacimenti aurei, altresì sono presenti giacimenti di petrolio, gas e soprattutto di uranio (5). In questo periodo di crisi mondiale è facile ipotizzare che il governo francese abbia voluto assicurarsi per tempo grandi riserve di materie prime, così da poter alimentare le 60 centrali nucleari totalmente dipendenti dall’uranio africano (6) e per rimpinguare le riserve auree di stato come sta facendo la Germania rimpatriando il suo oro dagli USA (7). Fondamentale per il futuro sarà anche assicurarsi l’importazione diretta di petrolio e gas naturale. La Francia, a partire dalla fine “ufficiale” del colonialismo, è intervenuta in Africa circa 50 volte (8), ora per sostenere un regime ora per sostenere dei ribelli; da questo quadro non emergono elementi che siano prova di un disinteressato spirito umanitario, quanto piuttosto una precisa volontà neocoloniale così importante per il futuro della nazione francese da portarla a spendere, in questi ultimi 13 giorni di conflitto, una cifra pari a 30 milioni di euro (9). Bisogna anche considerare che a livello tattico l’intervento francese può anche essere interpretato come un segnale d’avvertimento alla Cina volto a fermare l’influenza di Pechino nell’area. La Cina, infatti, aveva già da tempo concluso col Mali importanti accordi economici per investimenti in infrastrutture e nella costruzione di una centrale idroelettrica: un importante investimento quantificato in 739 miliardi di Yuan cinesi (10).
Non è quindi così lontano dalla realtà che il governo francese abbia “unito l’utile al dilettevole” lanciando per conto degli USA un guanto di sfida alla Cina. Uno scenario ancora più inquietante emerge dalle dichiarazioni del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, il quale ha parlato pubblicamente dei “ribelli” del Mali: “sono le stesse persone che hanno abbattuto il regime di Gheddafi, le stesse che i nostri alleati occidentali hanno armato in modo che potessero far cadere il regime di Gheddafi”(11). Le dichiarazioni di Lavrov sono la conferma dell’esistenza di un preciso piano studiato a tavolino, per la riconquista di zone non tanto strategiche dal punto di vista militare, ma nevralgiche per il possesso esclusivo o quasi di risorse minerarie di primaria importanza. Con questa guerra, il colonialismo occidentale ha gettato la maschera dei “diritti umani” e delle “guerre umanitarie”, rivelando tutta la sua disperazione. Se da una parte capita di sentir gli economisti e i bempensanti della politica etichettare come superato il modello di riferimento aureo, di contro costoro sono i primi a finanziare e votare a favore di guerre che hanno come unico scopo quello di incrementare la propria ricchezza aurea. Da tutto ciò emerge che democrazia e diritti umani non sono altro che maschere per un intervento neocoloniale funzionale alla strategia statunitense inaugurata da Obama, che ha lo scopo di combattere l’influenza cinese nel Continente Nero. D’altra parte, con l’intervento in Mali la Francia va ad occupare una posizione necessaria per completare l’accerchiamento dell’Algeria (12), un paese che, essendosi mantenuto al riparo della cosiddetta “primavera araba”, rappresenta il tassello mancante per completare il controllo della sponda nordafricana.
(1)http://www.agi.it/estero/notizie/201301250809-est-rt10008-kerry_al_congresso_usa_impediremo_che_l_iran_abbia_l_atomica
(2)http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/01/25/Siria-almeno-116-uccisi-ultime-24-ore_8134671.html
(3)http://www.akicrisestoday.com/index.php?sect=sheets&loid=26&loid=sheets&loid=26
(4)http://www.agi.it/estero/notizie/201301231735-est-rt10329-mali_clinton_dobbiamo_impedire_che_diventi_rifugio_al_qaeda
(5)http://www.cdt.ch/mondo/politica/76889/hollande-attivo-in-mali-per-l-uranio.html
(6)http://www.iaea.org/pris/WorldStatistics/NuclearShareofElectricityGeneration.aspx
(7)http://www.investireoggi.it/economia/germania-rimpatria-oro-dagli-usa-paura-per-crac-euro-o-dollaro/
(8)http://www.youtube.com/watch?v=lsaSk0lpeWM
(9)http://www.ilmondo.it/esteri/2013-01-23/mali-parigi-missione-spesi-30-milioni-euro-12-giorni_183753.shtml
(10)http://tribunodelpopolo.com/2013/01/25/mali-intervento-umanitario-o-in-chiave-anti-cinese/
(11)http://www.tio.ch/News/Estero/718043/Russia-in-Mali-terroristi-armati-da-occidente-in-guerra-Libia/
(12)http://www.repubblica.it/esteri/2013/01/20/news/algeria_uomini_sicurezza_in_amenas_disarmati-50911431/